Allacciarsi le scarpe, tenere bene il pennarello tra le dita, aprire l’ombrello se piove, saltare dentro un cerchio colorato e impilare tanti mattoncini in una torre. Gesti semplici, scontati, ma spesso complicati per i bambini e la bambine con fragilità motorie e neurologiche.

Francesca Podda racconta che lavorare con i bambini con fragilità di Spazio Gioco comporta l’imbarcarsi in un viaggio imprevisto, significa mettersi in gioco e a disposizione del capitano di questa nave metaforica. I capitani del progetto La Bussola per un viaggio imprevisto non sono gli educatori e gli operatori, bensì i singoli bambini. Loro ci guidano e gli educatori sono coloro che stanno in ascolto del bello e del cattivo tempo e insieme ai bambini delineano la giusta rotta da seguire. Francesca dice che lavorare coi bambini con disabilità fa capire l’importanza delle piccole cose, quali la condivisione di un’attività, l’alternanza dei turni, il contatto di sguardi.

Durante i vari lockdown trascorsi, molti bimbi con disabilità non hanno potuto ricevere con costanza le terapie necessarie a migliorare le loro competenze di motricità fine e grossa, fondamentali per garantire loro le autonomie guadagnate con tanto esercizio nel tempo. 

Inoltre, a causa della sospensione delle attività sportive che li aiutavano a scaricare le tensioni, è aumentato il livello di nervosismo e l’incapacità di governare i propri movimenti. 

La neuropsicomotricità risulta essere particolarmente efficace in questi casi perché fa scaricare e tranquillizza i bambini e la bambine, li aiuta a fare movimenti finalizzati e a imparare a giocare con il loro corpo, a metterlo in moto nel modo giusto!